Il principale neurotrasmettitore che interviene nell'innamoramento è la dopamina, “il neurotrasmettitore del piacere”, lo stesso che si attiva con l’uso di cocaina, amfetamina e psicostimolanti. La dopamina, nelle fasi dell’innamoramento, determina una grande motivazione ed euforia, che porta a rendere urgente il ripetersi degli incontri per rivivere l’esperienza del piacere, un’assenza di fatica e una grande attività: l’innamoramento è una sorta di droga.
La dopamina determina anche un aumento dei livelli d’attenzione ed è per tale motivo che si ricordano le parole, i dettagli della persona amata e se ne comprendono ragioni e sentimenti.
Nell’innamoramento si attivano alcune aree cerebrali e se ne disattivano altre. In particolare si disattiva l’amigdala (la casa delle nostre paure) e questo comporta una diminuzione della paura a conoscere l’altro; si disattiva la corteccia prefrontale (la sede della capacità di giudizio), per cui si tende a fare valutazioni non del tutto corrette, a idealizzare la persona amata o comunque a non considerare correttamente pregi e difetti. È attivato l’ipotalamo, il responsabile della produzione di due ormoni: ossitocina e vasopressina, fondamentali per la sessualità e presenti nella fase dell’orgasmo.
Nelle primissime fasi dell’innamoramento i livelli di serotonina sono più bassi: c’è ansia, stress, pensieri ricorrenti sulla persona amata, cambi d’umore, perdita d’appetito. Questa fase dura poco, circa sei mesi. Nella seconda fase (da un anno a tre) compaiono sentimenti di calma, sicurezza ed equilibrio, i livelli di cortisolo e serotonina tornano adeguati e restano alti i livelli di ossitocina e vasopressina e che contribuiscono a rendere forte il legame . Nella terza fase, finisce la fase passionale e resta l’impegno e l’intimità ed è la fase in cui molte coppie si rompono.
(tratto da “Il cervello e le emozioni” Tiziana Cotrufo, in Neuroscienze e Psicologia n.2 maggio 2018)
Dott.ssa Francesca Ambrogio
Psicologa Psicoterapeuta a Acilia (RM)
Psicologa Psicoterapeuta
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Iscritta all'Albo degli Psicologi del Lazio num. 15416 dal 21/11/2007